IL GRANDE DITTATORE – FINO AL 18 GENNAIO
11 Gennaio 2021 alle 21:3023:30
FINO AL 18 GENNAIO
L’orario della proiezione è indicativo. Una volta acquistato il biglietto e ricevuto il codice e un link per accedere alla sala virtuale, la visione può cominciare subito. Solo per gli eventi in streaming si dovrà rispettare l’orario indicato.
Lo spettatore ha 30 giorni per vedere il film; da quando inizia la visione avrà 48 ore di tempo per completarla. Dopo le 48 ore non sarà più possibile effettuare la visione con il codice ricevuto. Il biglietto non è rimborsabile.
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Regia: Charles Chaplin
Attori: Jack Oakie, Charles Chaplin, Paulette Goddard, Henry Daniell, Reginald Gardiner
Genere: Commedia
Durata: 126 minuti
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UNO DEI CAPOLAVORI CHAPLINIANI, RICCO DI SCENE INDIMENTICABILI E CON UN DISCORSO FINALE CAPACE DI SINTETIZZARE LA VISIONE DEL MONDO DEL MAESTRO BRITANNICO.
Un barbiere ebreo, decisamente maldestro come soldato, viene ferito nel corso della prima guerra mondiale e ricoverato in preda a una forte amnesia. Una volta guarito torna al suo lavoro ma il mondo intorno a lui è profondamente cambiato. E’ infatti andato al potere il dittatore Adenoide Hynkel il quale ha scatenato una caccia all’ebreo dietro consiglio della sua eminenza grigia Garbisch. Il povero barbiere viene così preso di mira e, nonostante l’aiuto di una fanciulla per la quale prova un sentimento profondo, sottoposto a soprusi. La sua straordinaria somiglianza con Hynkel gli consente però di sostituirsi a lui fino al punto di poter indirizzare un discorso alla nazione di contenuto profondamente umanitario.
Forse non tutti sanno che solo 4 giorni separavano la data di nascita di Adolf Hitler da quella di Charlie Chaplin che lo aveva preceduto nel venire al mondo. Il biografo del regista, David Robinson, riferisce che quando indossava la divisa del dittatore sul set Charlie diventava improvvisamente più esigente e dispotico pur rendendosene conto. Misteriosa attrazione degli opposti? Sta di fatto che il film è uno dei capolavori chapliniani per la capacità che ha di cogliere il senso di frustrazione di Hynkel (soprattutto quando è a confronto con il suo sodale Napaloni) che si risolve nel bisogno costante di trovare qualcuno da umiliare (si pensi alla gag dei bottoni). La scena del mappamondo è una di quelle che restano in maniera indelebile nella memoria di chiunque abbia visto il film così come la struttura della prima parte (dopo il prologo bellico) in cui si alternano i due personaggi. Abbiamo così modo di assistere, con un divertimento che invita alla riflessione, alle vicissitudini del barbiere ebreo contrapposte alle sfuriate e ai discorsi espressi con suoni gutturali ed onomatopeici dal dittatore.
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