CARO LUCIO TI SCRIVO – EVENTO 4 MARZO ORE 19.00 – POI FINO AL 22 MARZO
5 Marzo 2021 alle 19:0021:00
EVENTO 4 MARZO “COMPLEANNO DI LUCIO” ORE 19.00
BIGLIETTI DISPONIBILI FINO AL 22 MARZO
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L’orario della proiezione è indicativo. SOLO PER L’EVENTO DEL 4 MARZO E’ NECESSARIO RISPETTARE L’ORARIO DELLE 19.00 PER LA VISIONE! Una volta acquistato il biglietto e ricevuto il codice e un link per accedere alla sala virtuale, la visione può cominciare subito. Solo per gli eventi in streaming si dovrà rispettare l’orario indicato.
Lo spettatore ha 30 giorni per vedere il film; da quando inizia la visione avrà 48 ore di tempo per completarla. Dopo le 48 ore non sarà più possibile effettuare la visione con il codice ricevuto. Il biglietto non è rimborsabile.
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Regia: Riccardo Marchesini
Genere: Docu-fiction
Durata: 89 minuti
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Egle Petazzoni è stata la postina di Lucio Dalla. Anche dopo la scomparsa del cantautore, il suo lavoro non è ancora finito. Egle infatti entra in possesso di lettere indirizzate all’artista. I mittenti sono i protagonisti di alcune delle sue canzoni più belle che hanno deciso di prendere carta e penna per contattarlo raccontando di sé. Il “caro amico” a cui Lucio scrive ne L’anno che verrà che fine ha fatto? Che ne è stato di Anna e Marco? Chi è e come vive ora Futura? Dove sarà Meri Luis?
“E se la vita non ha sogni io li ho e te li do” cantava Lucio Dalla in ‘Piazza Grande’. Oggi, con questo film, riceve un sentito ringraziamento per quel dono e, chissà, magari dall’Aldilà in cui credeva può vederlo e commuoversi un po’. Non era un’operazione facile quella di trasformare lo spettacolo teatrale di Cristiano Governa in un film vero e proprio (definirlo docu-fiction rischia infatti di trasformarsi in una limitazione).
Grazie anche alla sua collaborazione, Riccardo Marchesini ci è riuscito senza incertezze. Alla base c’è l’idea vincente di offrire un ‘dopo’ a quei personaggi che Lucio ha fatto esistere nelle sue canzoni. Non sono i ‘nomi’ famosi, i Caruso, i Nuvolari a prendere vita sullo schermo e a raccontarci di sé. La loro esistenza è ormai segnata dalla Storia.
Sono Anna e Marco, è Meri Luis con il tassista e gli altri ‘abitanti’ della canzone, è l’amico a cui Lucio scrive in “L’anno che verrà”, sono Anna e Marco ora divenuti adulti, è la Maria amata (forse) da un carcerato come in “La casa in riva al mare” ma che vive a Comacchio. Siamo in definitiva noi, come il bambino ora uomo che sentiva il padre tornare al mattino dopo il lavoro notturno fischiettando l’attacco di “Com’è profondo il mare”. Poteva essere un film chiuso sotto i portici bolognesi quello di Marchesini. Invece, pur non rinunciando a raccontare la città com’era e com’è, si apre al mondo così come Lucio era diventato un artista internazionale. Allora non solo Comacchio o Milano ma Berlino, città oggi rifugio di tanti giovani che vogliono ancora sperare in una possibilità ‘futura’ che il nostro Paese spesso nega loro. Conservando però nel percorso uno sguardo che fonde memoria, poesia e realtà.
In La signora della porta accanto Truffaut fa pronunciare questa battuta: “Le canzoni d’amore sono stupide e più sono stupide più sono vere”.
Lucio Dalla non ha scritto canzoni stupide e forse neanche canzoni d’amore nel senso corrente dell’attribuzione ma ha scritto di sicuro molte canzoni ‘vere’. In cui, magari anche solo in un verso, chi le ascoltava o le cantava (e canta) a sua volta poteva riconoscersi. In quelle parole si trovano fotografie scritte su carta molto sensibile che dicono di noi. Così come sensibili sono stati tutti coloro che hanno dato vita a questo film, tanto che alla fine viene da chiedersi in quale dei versi di Lucio si sia riconosciuta la postina Egle, quella che apre le lettere con il vapore.
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