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Mercoledì 14 marzo ore 21.00

 

NELL’AMBITO DELLA RASSEGNA DI CINEMA D’ESSAI

VISUALIZZA PROGRAMMA COMPLETO

 

Ingresso unico: €. 5,00

ALLIEVI SCUOLA TENNIS: € 3,00

Abbonamento 5 film a scelta: € 20,00

(valido per tutte le rassegne fino al 4 aprile 2018)

 

Durata 100′

Genere DRAMMATICO, SPORTIVO

Regia: Janus Metz

Attori: Shia LaBeouf, Sverrir Gudnason, Stellan Skarsgård

 

TRAMA

Ambientato tra gli anni Settanta e Ottanta racconta una delle più grandi rivalità della storia dello sport, quella tra lo svedese Björn Borg e l’americano John McErnoe due atleti che hanno fatto la storia del tennis mondiale. Due uomini molto diversi tra loro, che si sono dati battaglia dentro e fuori dal campo. Da una parte l’algido e composto Björn Borg, dall’altra l’irascibile e sanguigno John McEnroe. Il primo desideroso di confermarsi re incontrastato del tennis, il secondo determinato a spodestarlo. Svelando la loro vita fuori e dentro il campo, il film è il ritratto avvincente, intimo ed emozionante di due indiscussi protagonisti della storia del tennis e il racconto, epico, di una finale diventata leggenda: quella di Wimbledon 1980.

 

 

CRITICA

“Finzione pura ma capace di essere appassionante come una telecronaca in diretta. La principale qualità del film, infatti, è aver saputo raccontare quello che pesa sulle spalle dei giocatori prima di una sfida così importante: la tensione, il confronto con le aspettative altrui, la capacità di resistere alla pressione mediatica (che già nel 1980 era decisamente forte), la sfida con le proprie ambizioni. Tutte cose che quasi non hanno influenza quando si inizia a giocare (perché lì conta solo la classe dei contendenti) ma che sono importantissime (e determinanti) per capire come si scende in campo e come si affronta una gara. Metz e il suo sceneggiatore Ronnie Sandahl lavorano soprattutto qui, su un passato che sembra infinito (nonostante la giovane età dei due tennisti: allora Borg era 25enne e McEnroe 2ienne) e che aiuta a scavare dentro la testa e l’anima dei due campioni. (…) Niente che non si sia già visto in altri film sullo sport, dove il trionfo finale può arrivare solo dopo sacrifici ed errori e cadute, ma che qui assume una funzione tipicamente cinematografica, perché capace di «rallentare» il viaggio del film verso l’incontro finale, come il vento che frena chi corre e costringe a mettere in gioco nuove energie e nuove risorse. (…) A favorire la forza emotiva del racconto contribuiscono poi una macchina da presa che alterna una grande mobilità (per rendere la frammentarietà del reportage) a una fissità e frontalità di tipo «televisivo», unite a una luce sporca e cruda (…), come appesantita dal tempo, che rende immediatamente palpabile la distanza cronologica. E che danno allo spettatore l’impressione di scoprire in diretta la partita di tennis più famosa della storia.” (Paolo Mereghetti, ‘Corriere della Sera’, 7 novembre 2017)

“Piacerà anche ai non sportivi. Il tennis notoriamente non è uno sport cinegenico (non c’è violenza, né moltissima adrenalina). Questo però rimarrà tra i titoli memorabili. Il regista danese tiene scopertamente per Borg e finisce per trascinare dalla sua lo spettatore. Un consiglio a chi ignora come andò. Resistete eroicamente alla tentazione di andare a chiedere ai ben informati informazioni sull’esito della finale.” (Giorgio Carbone, ‘Libero’, 9 novembre 2017)

“La storica finale di Wimbledon del 1980 (…) è ottimamente celebrata in questa pellicola biografica che ha il pregio di non tradire veri protagonisti. Merito di Shia LaBeouf e, in particolare, dello straordinario (quanto a rassomiglianza con Borg) Sverrir Gudnason, perfetti nel riprodurre, sullo schermo, tic e manie dei due campioni della racchetta. Regia sicura, montaggio perfetto, ritmo che non cala mai.” (Maurizio Acerbi, ‘Il Giornale’, 9 novembre 2017)