I VILLEGGIANTI – DA SABATO 23 A LUNEDI’ 25 MARZO
24 Marzo 2019 alle 18:4521:00
DA SABATO 23 A LUNEDI’ 25 MARZO
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Sabato: ore 20.15 e 22.30
Domenica: ore 18.45 e 21.00
Lunedì: ore 21.00
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Durata: 127′
Genere: DRAMMATICO
Regia: Valeria Bruni Tedeschi
Attori: Valeria Bruni Tedeschi, Pierre Arditi, Valeria Golino, Riccardo Scamarcio, Noémie Lvovsky, Yolande Moreau, Laurent Stocker, Bruno Raffaelli, Marisa Borini, Oumy Bruni Garrel, Vincent Perez, Stefano Cassetti, Xavier Beauvois
TRAMA:
Una grande e bella proprietà in Costa Azzurra. Un posto che sembra essere fuori dal tempo e protetto dal mondo. Anna arriva con sua figlia per qualche giorno di vacanza. In mezzo alla sua famiglia, ai loro amici e al personale di servizio, Anna deve gestire la sua recente separazione e la scrittura del suo prossimo film. Dietro le risate, la rabbia, i segreti, nascono rapporti di supremazia, paure e desideri. Ognuno si tappa le orecchie dai rumori del mondo e deve arrangiarsi con il mistero della propria esistenza.
RECENSIONI:
“(…) è innegabile che Valeria Bruni Tedeschi sia un’attrice comica trascinante, con tempi perfetti, e una regista ormai di straordinaria consapevolezza. (…) Non solo per come orchestra gli interpreti (ottima la sintonia con la Golino, che canta ‘Ma che freddo fa’, balla e mima il vecchio spot della Peroni), ma per l’elegante ritmo interno alle scene. Un ritmo che mescola, si direbbe, stizza e malinconia, aiutandosi a una miscela musicale di musiche originali molto efficaci (Paolo Buonvino) e di brani vari, da Rossini a Schubert.”
(Emiliano Morreale, ‘La Repubblica’, 7 marzo 2019)
“(…) Attrice e regista Bruni Tedeschi mescola come una maga le figure della sua autofinzione, e più che mai in questo suo nuovo bel film dove il processo di creazione viene svelato con una giravolta. (…) Quanto ci sia di «vero» e quanto sia invece romanzato non è importante saperlo nel senso che la materia del vissuto che l’autrice maneggia e trasforma si fa realtà verissima nella sua messinscena e nell’umorismo con cui parla di sé. È l’ironia che crea la distanza narrativa necessaria a rappresentare un mondo a lei vicino senza negare l’ appartenenza ma giocando con le nevrosi e le cattiverie che lo attraversano. E, soprattutto, con sé stessa, coi suoi capricci e le sue ossessioni, gli slanci goffi, le assurdità.”
(Cristina Piccino, ‘Il Manifesto’, 7 marzo 2019)
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