LA VENDETTA DI UN UOMO TRANQUILLO
8 Novembre 2017 alle 21:0023:00
Mercoledì 8 novembre alle 21.00
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Durata: 92′
Regia: Raúl Arévalo
Attori: Antonio de la Torre, Luis Callejo, Ruth Díaz
Genere: THRILLER
SPAGNA
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TRAMA
Madrid, agosto 2007. Curro è l’unico di una banda di quattro criminali a essere arrestato per una rapina in una gioielleria. Otto anni più tardi, la sua fidanzata Ana e il figlio lo attendono all’uscita dal carcere.
José è un uomo solitario e riservato che sembra non adattarsi in nessun luogo. Una mattina si reca nel bar dove Ana lavora con il fratello e ben presto la sua vita inizia a intrecciarsi con quella delle altre persone che frequentano il posto, facendolo sentire come uno di loro. Soprattutto Ana, che vede il nuovo arrivato come una valvola di sfogo per la sua vita dolorosa. Scontata la pena, Curro viene rilasciato e nutre la speranza di iniziare una nuova vita con Ana. Tornando a casa, però, trova una donna confusa e insicura e si troverà a dover affrontare un uomo che, distruggendo le sue aspettative, cambierà tutti i suoi piani.
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– PREMIO ORIZZONTI PER LA MIGLIORE ATTRICE A RUTH DÍAZ ALLA 73. MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2016).
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CRITICA
“Abbiamo un nuovo grande regista spagnolo: Raúl Arévalo, in grado di vincere contemporaneamente il Goya (Oscar spagnolo) per Miglior Film e Regista Esordiente con questo gioiellino girato in 16mm (oggi quasi nessuno usa più la pellicola). Ha l’aria di un poliziottesco italiano dei ’70 per quanto è ruvido e spigoloso. Gran film. Duro come pochi.” (Francesco Alò, ‘Il Messaggero’, 30 marzo 2017)
“Un esordio sorprendente, quello di Raúl Arévalo. (…) Nel film la rabbia, prima di sfociare in azioni sanguinose, è racchiusa negli occhi. Soprattutto in quelli di José, interpretato da un grande attore spagnolo, Antonio de la Torre.” (Luca Pellegrini, ‘Avvenire’, 31 marzo 2017)
“Colpisce (…) che a confezionare un thriller così convincente, ben costruito, diretto, teso e brutale, sia un regista al suo esordio, come Raúl Arévalo (attore noto in Spagna), che dirige con la mano di uno che sembra non aver fatto altro nella vita. Già l’incipit è qualcosa che ti cattura, per la sua capacità narrativa che non fa sconti all’estetica.” (Maurizio Acerbi, ‘Il Giornale’, 31 marzo 2017)